29 settembre 2016

“Dido & Aeneas” di Henry Purcell. Regia di Sasha Waltz





di Silvia Chessa

Lo spettacolo Dido & Aeneas, coreografia e regia di Sasha Waltz, intorno al mito di Didone ed Enea, cattura il pubblico in modo immediato con uno strabiliante esordio. In una vasca di 1700 litri d'acqua, creature dai corpi bellissimi, avvolti in sottili vesti scintillanti, irradiate da magnifici giochi di luci, ci appaiono in grado di danzare le correnti liquide ed abitare, in movimento sensuale ed armonioso, le onde, appropriandosi, quindi, per sinestesia, la danza, tout court, dell'elemento acqua, oltre a quello della terra.

Al contempo, nelle loro movenze eteree, soavi ed incantate, i danzatori in piscina ci riportano alle figure umane di Chagall, raffigurate in voli sopra le città, e quindi anch'esse, in modo trasognato, capaci di evadere dalla dimensione reale e di occuparne altra - i cieli- in voli pindarici densi di poetico stupore..

Al contempo, un carattere di opulenza e di senso del barocco, inteso come meraviglia e stupore, inizia ad affiorare e a farsi strada..


In questo universo terracqueo, già affascinante e magico, interverranno, nel corso dell'opera, voci liriche soliste (Enea e Didone) e corali (queste ultime riecheggianti la tragedia greca), e 51 elementi di danzatori non professionisti (fra cui anche musicisti, orchestranti..) prestati alla danza, i quali attueranno una tangibile e dinamica interconnessione fra la musica e la danza, con un effetto suggestivo e coinvolgente che non soffre interruzione e non conosce intervallo.
Altro elemento caratteristico dello spettacolo è la tendenza a non lasciare mai vuoto il palcoscenico: anche nei momenti di raccordo fra i diversi quadri e nelle fasi di sistemazione della scenografia, sul palco si affida il movimento, vuoi ad un ballerino che esce per ultimo attendendo l'ingresso dei successivi protagonisti, vuoi ad una bambina che anima la scena correndo attorno mentre trasportano e sistemano un tavolo...garantendo un fluire ininterrotto della creazione artistica nelle sue singole fasi, in una idea, ribadita, di integrazione totale.
Colpisce, infine, la forza caratteriale e la figura a tutto tondo, moderna, della protagonista, Didone, lenta a cedere alle lusinghe amorose quanto tetragona ed immediata nel votarsi al suicidio.

Suicidio che non si configura, però, qui come compimento di un fato tragico, da vittima amorosa ed abbandonata, bensì come gesto da autrice (faber) del proprio destino, regale e di donna, la quale vi accede nella orgogliosa rivendicazione della sua autorevolezza, peculiarità identitaria e del suo ruolo.. Il suo accattivante ed enigmatico danzare con la lunghissima chioma di capelli ad onde (come quelle della piscina della prima scena) nel momento culmine del lamento e del suo avviarsi alla morte, enfatizza le sue caratteristiche femminili, accompagnando una voce praticamente perfetta e calda di molteplici coloriture. La lunghissima chioma riccia a cascata che la avvolge e la riveste lentamente come un bozzolo, nel quale si raccoglie, poi, a terra esanime, allude, circolarmente, all'elemento amniotico, mercè quelle ondulazioni di capelli, e quel navigarci, dentro ed attorno, delle sue mani fra sfumature di colori ramati e forme morbide e setose, che la nascondono e proteggono, rivelandone l'enigmatica e assoluta bellezza. In ciò la fine di Didone è soprattutto compimento di se stessa ed epifania al mondo da lei amministrato, con lucida passionalità.

In tal senso la Didone di Sasha Waltz è antesignana di una donna contemporanea, animata e non scissa fra autoderminismo e femminilità, madre del suo stupore, figlia della sua interiore bellezza, fitta di intelligenza e capacità, che vive e governa naturalmente un mondo dove si coniuga una estetica barocco-surrealista a modernissime e forti passioni.

Dido & Aeneas di Henry Purcell,
Regia e coreografia sono curate da Sasha Waltz, sul palco la Tanzcompagnie Sasha Waltz & Guests. Christopher Moulds dirige l’Akademie für Alte Musik e il Vocalconsort di Berlino. L’allestimento ha le scene di Thomas Schenk e Sasha Waltz, i costumi di Christine Birkle, le luci di Thilo Reuther. L’opera è eseguita nella ricostruzione musicale di Attilio Cremonesi. Teatro dell’opera di Roma



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