10 maggio 2016

"Ceserana. Viaggio in Garfagnana" di Gianni Quilici


                                                                     foto Gianni Quilici

Mattina solare. Obiettivo  Ceserana, paesino della Garfagnana,  già visitato diversi anni fa,(qui sopra la foto anno 2004), di cui conservo un’immagine che vorrei rivivere.
Credo che il viaggio diventi tale, quando si riesce a viverlo come aspettativa, come sentimento. In più il sottoscritto ha bisogno di scolpirlo con immagini e parole. Gli scatti fotografici sembrano apparentemente più facili, ma non se  si cerca l’espressività, il senso, l’eventuale poesia. Le parole sono sempre difficili e quindi faticose.
La luce si accompagna al viaggio, se non che a Borgo a Mozzano una lunga fila, una di quelle, che procedono per avanzamenti graduali. La causa? Lavori in corso scopriamo. In queste situazioni bisogna avere una pazienza cinese, eventualmente utilizzando un consiglio di Umberto Eco: utilizzare tutti gli interstizi, soprattutto quelli di un’attesa obbligatoria, per lavorare con i pensieri. Prendo il taccuino e scrivo, poi correggendola, una poesiola fantasy che recita così:
Voglio fortissimamente voglio
volare oltre la fila
come se fossi un effetto speciale
scendendo sulla strada
con l’eleganza del rallenty
portando con me
la stupefazione di tutti
gli automobilisti quanti
 
                                                      foto Gianni Quilici
Qualche Km prima di Castelnuovo Garfagnana, a Fosciandora, una stradina a destra e poi subito a sinistra porta a Ceserana. La strada è tipicamente garfagnina: si inerpica stretta, con l’ansia, in certi tratti, di  vedere, dopo la curva, un’altra macchina.
Una breve e ripida discesa ed ecco il parcheggino di Ceserana. Nessun cartello durante il viaggio che segnali la rocca, neppure lì all’inizio del paese, tanto che inizio a pensare “ma mi sarò sbagliato”. Anche perché il paese non ha niente di straordinario. Una via che sale, qualche raro palazzo, un lavatoio in buono stato, una fontana incorniciata. Quando dalla galleria di una casa ecco la rocca! E questa merita il viaggio.
 
                                                      foto Gianni Quilici
La rocca si erge sopra il paese magnifica nello sfondo di colline verdeggianti, stretta da  piccole mura ondeggianti con  torretta. Della rocca, che fu un importante presidio militare,  è rimasta quasi soltanto la chiesa romanica di S. Andrea del XII-XIII secolo, con il suo bel campanile.
Salgo. Della chiesa mi piacciono le pietre in calcare bianco disposte a filaretto, l’abside semicircolare con capitelli decorati da geometrie floreali e, in un caso, da figure umane: un prelato che consegna ad un pellegrino il bordone.
 
                            foto Gianni Quilici
Ma soprattutto è il campanile di pietre e mattoncini scuri con orologio bianco, che poggiando su una struttura di base più  ampia, si slancia e si impone allo sguardo creando una commistione singolare tra il religioso (la chiesa) e il laico (le mura).
 
                                                         foto Gianni Quilici
La rocca non sembra curata. L’erba è cresciuta alta e rigogliosa e certamente ora, in questa primavera avanzata, conserva  una sua bellezza selvaggia.
Solo il camminamento intorno alle mura di sassi tondi è libero da essa. Ecco un pozzo, l’abside, una feritoia e poi scendendo l’unica bella torretta rimasta.  Tutto intorno a 360°, a parte il vicino paese La Villa, colline e montagne ricolme di un verde fronzuto.
Mi siedo su un muretto: vedo una lucertola che guizza via, assaporo il venticello tiepido nella luce già alta, sento, come in un romanzo agreste, il cinguettio vicino di passerotti e il chicchirichì di un gallo più lontano, quando  ecco inaspettati i rintocchi dell’orologio. Uno, due, tre, quattro, cinque più un mezzo tocco. Sono le 11.30. Il tempo… questa maledizione!  
   
Ceserana. Lunedì 4 maggio 2016.

Nessun commento: