10 marzo 2015

“Don Giovanni” di Mozart



di Maddalena Ferrari

L’ambientazione moderna ( la New York degli anni 80 del novecento, dove  la regista Rosetta Cucchi ha immaginato un Don Giovanni star di un locale alla moda, “ un uomo mito che viveva sopra le righe forse conscio di dover bruciare tutto e subito..”) spiazza ed in alcuni momenti stride un po’.

I tentativi di essere originali e di sorprendere nella lettura di un’opera lirica, e in particolar modo del capolavoro di Mozart, così stringente nella sua attualità, si sprecano. Se è comprensibile il desiderio di uscire dalla routine ed è persino encomiabile il coraggio di rischiare, non si possono eludere due o tre problemi che inevitabilmente si pongono.

Primo, il pericolo di slabbrature o forzature; che in questo caso, in qualche misura, ci sono: ad esempio, il rapporto del libertino con Donna Anna, che, si accenna in un primo tempo e poi si esplicita con immagini di flash-back, viene consumato con reciproco godimento in un taxi; ed allora la domanda di Leporello al padrone  “Ma Donn’Anna cosa ha voluto?” perde ogni spessore di ambiguità e quindi di profondità;  e poi la “statua” del Commendatore, nel recitativo della scena del cimitero, diventa l’immagine, in quanto siamo in un laboratorio fotografico...

In secondo luogo, occorre chiedersi se questa messa in scena ha un senso: e forse ce l’ha più da un punto di vista ideologico che artistico; ciò non toglie però che presenti dei momenti intensi ed efficaci, quando i rapporti con il reale si fanno più stilizzati e simbolici, come il banchetto con il convitato di pietra e la fine di Don Giovanni, momenti che sono sempre stati di difficile rappresentazione.

Il problema più importante è però se l’impianto complessivo, musica, cantanti, azioni, movimenti, regge: si può affermare che , nonostante qualche sbavatura e imperfezione, l’operazione ha ritmo, tensione, capacità di coinvolgimento. Grazie, naturalmente, alla meravigliosa partitura; ma anche alla compattezza della direzione d’orchestra di Aldo Sisillo ed alla bravura dei cantanti-interpreti, soprattutto Alessandro Luongo,  un Don Giovanni giovane, aitante, agile, con una bella voce duttile; Antonio Di Matteo è un  Leporello corretto e scorrevole, mai sopra le righe; Yolanda Ayuanet  una Donna Anna fluida e sinuosa; Raffaella Lupinacci una Donna Elvira energica e appassionata.    


DON GIOVANNI

Dramma giocoso in due atti KV 527 . Libretto di Lorenzo Da Ponte. Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

Personaggi e interpreti: Don Giovanni Alessandro Luongo, Il Commendatore Antonio Carmelo Di Matteo: Donna Anna Yolanda Auyanet, Don Ottavio Blagoj Nacoski (28 febbr) / Francesco Marsiglia* (1 mar), Donna Elvira Raffaella Lupinacci, Leporello Roberto De Candia, Masetto Felipe Correia Oliveira**, Zerlina Ayse Sener**
Direttore Aldo Sisillo, Regia Rosetta Cucchi, Scene Andrea De Micheli, Costumi Claudia Pernigotti, Luci Andrea Ricci, Maestro del Coro Stefano Colò

Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Coro Lirico Amadeus-Fondazione Teatro Comunale di Modena

Teatro del Giglio di Lucca 28 febbraio 2015 e 1 marzo 2015

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