08 dicembre 2013

“L'inventore di sogni" di Ian McEwan



di Camilla Palandri

E’ fantastico essere bambini, avere la capacità di sognare ad occhi aperti, andare oltre, trasfigurare la realtà.

La fantasia rende la vita incredibilmente varia e sorprendente e le eccentriche avventure di Peter, il bambino protagonista del racconto, ne sono la perfetta rappresentazione.
Gli oggetti come le bambole della sorella Kate si animano, l’anziana e antipatica Mrs Goodgame si trasforma in un ladro intraprendente, nasce l’ empatia con Barry Tamerlane un ragazzo che nella realtà appare ostile, una magica pomata permette di realizzare il proprio desiderio di far svanire tutta la famiglia liberandosi da relazioni insoddisfacenti.

L’immaginazione ,oltre a trasformare, permette di cogliere sfumature che non appaiono agli occhi “razionali” degli adulti, dà ampio respiro all’aspetto giocoso e allontana la monotonia del quotidiano .

Ad essere troppo fantasiosi però si rischia sempre di rimanere incompresi e venire giudicati difficili come Peter. Si tende ad isolarsi per vivere in una dimensione tutta propria, che non appare, ma certamente appaga, quella del sogno e questo sembrare distanti , come su una nuvola, viene spesso frainteso da chi ci guarda senza conoscere le magie dei mondi immaginari.
Del resto la fantasia non fa parte della vita degli adulti che trascorrono la propria ……”stando seduti a parlare o facendo commissioni e andando a lavorare senza giocare mai….”

Un affascinante racconto sul tema del sogno , caratteristica tipica dell’infanzia che si perde crescendo. Uno spunto per riflettere sull’importanza di ritrovare un contatto interiore con questa fase della vita ,perché conservare la capacità di sognare da grandi, aiuta a vivere.

Compare nel libro, sia pur in tono minore, anche il tema della crescita e del cambiamento ad essa connesso, non considerato alla fine tanto negativo.
Peter dopo aver vissuto “da grande” nel suo ultimo sogno riesce alla fine a guardare gli adulti con occhio più benevolo.
“ …. Adesso li considerava in modo diverso però. Sapevano cose belle che stavano appena incominciando ad affiorare anche in lui, come sagome nella foschia. C’erano anche altre avventure nella vita, dopo tutto…”

Ian McEwan. L’inventore dei sogni. Traduzione di Susanna Basso. Einaudi

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