15 ottobre 2013

"Hannah" di Beppe Calabretta



 L’insondabile mistero di Hannah

di Luciano Luciani

A vent’anni dalla sua prima raccolta di racconti, (Epolenep, Nerosubianco, Lucca 1993), Beppe Calabretta torna alla narrazione breve, individuata come la forma espressiva più adatta a illuminare il nostro presente, le sue contraddizioni e angustie.

Dodici i racconti, tutti dalla parte dei più deboli: anziani, adolescenti di ieri e di oggi, giovani dalla figura sociale incerta e fragile, anziani, donne… A testimonianza di una radicata ispirazione civile, mai contraddetta nella ormai lungo e meritorio lavoro di scrittura di questo Autore calabro-toscano dalla parola netta e comunicativa.

Ed è Hannah, il racconto eponimo, quello che dà il titolo all’intera antologia, a rimanere più e meglio nella memoria e nel cuore del Lettore: la storia dell’incontro, amicizia e separazione di due vite in ricerca. “Galeotta” Lucca, città dal fascino sottile che non ti aspetti mai, che ti sorprende sempre con le sue piazze, le sue strade al gusto di Medioevo, le chiese, le leggende dei suoi santi e delle sue donne famose.
Al solito un uomo e una donna: lui un Calimero venuto dal sud che cerca senso e appartenenza in una militanza politica indefessa e coerente; lei, una ragazza “senza tetto né legge” dalle origini lontane, tormentata da inquietudini esistenziali e familiari. Due tipici esponenti dei giovani e delle ansie di quella generazione sbrigativamente definita del “sessantotto e dintorni”: lui tempra la sua voglia di libertà con le pratiche quotidiane della politica, immergendosi in toto nella storia del suo tempo; lei, invece, più fragile, più mossa, più tenera e tagliente insieme, senza certezze, provvista solo della forza di un’antica saggezza, vorrebbe volare. E una sera si arrampica in cima a una famosa colonna, mimando il volo e suscitando così lo sgomento del suo compagno, più impacciato, più terrestre più legato alla concretezza ma anche alla prosaicità del quotidiano.

Ecco Hannah è la storia di un’amicizia inconsueta, difficile: “Lo sapevamo noi di che filo era fatta la nostra tela e ci bastava”. Forse perché entrambi erano venuti da lontano, in fondo stranieri in una terra straniera.

E alla fine sarà lei, l’anima meno rasserenata, a partire di nuovo alla ricerca delle proprie, problematiche radici.

Le anse, le pieghe, gli anfratti di questa storia d’amicizia e d’amore sono esplorati con attenta sollecitudine da Beppe Calabretta anche grazie a un linguaggio ora scabro e realistico, ora fortemente evocativo del mistero di Hannah. Sempre comunque capace di descrivere gli scenari magici della “città murata” e i sinuosi sviluppi dei sentimenti.
Muto testimone del trovarsi, prendersi e separarsi dei protagonisti la statua di San Michele arcangelo, che svetta sulla chiesa omonima e della piazza sottostante controlla, da quasi un millennio, amori e affari, traffici e sentimenti.
San Michele arcangelo, vincitore, ancora una volta, sul drago della solitudine e del disamore.


Beppe Calabretta, Hannah e altri racconti, prefazione di Antonio Seracini, Bonaccorso editore, Verona 2013, pp.100, Euro 12,00

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