30 settembre 2012

"Comprare il sole" di Sebastiano Vassalli



di Mirta Vignatti
Con uno stato di grazia linguistica e una perfetta capacità mimetica nell'impersonare l'affabulatore che ci narra un amaro apologo, Sebastiano Vassalli -così credo- raccoglie le inascoltate profezie pasoliniane sulla mutazione antropologica degli italiani e sulla deriva culturale di una intera generazione già formulate sul finire degli anni '60.

In questo inquietante e durissimo apologo, che vede per protagonisti una fauna umana totalmente allo sbando (che vorrei di scarto ma che temo molto vicina a noi tutti e fatta ahimè di grandi numeri), una umanità a-culturale e senza ideali elevati, personaggi triviali che sognano o speculano sul denaro facile, proprio o altrui. Questa società, insomma, dove siamo inseriti tutti e che conosciamo bene: dove le uniche tensioni emotive sono per il “Gratta e vinci”, per le super lotterie, le slot-machines, i mutui da pagare, la droga, gli outlet che punteggiano un paesaggio anch'esso tristemente mutato, in questa repubblica non solo delle banane ma, come dice Vassalli, “dei Saldi e dei Soldi”. 

Nemmeno l'ombra di tensioni morali o etiche in questo triste apologo, il cui tristissimo epilogo e tutta la parte riguardante il denaro che diventa virtuale attraverso vie di fuga digitali manipolate, come nel gioco delle 3 carte, da personaggi senza scrupoli, mi fa pensare al Walter Siti di “Resistere non serve a niente”, che Vassalli deve aver avuto senz'altro sott'occhio. Come anche mi dà da pensare la coincidenza dell'uscita di questo libro con la distribuzione nelle sale del film di Daniele Ciprì “E' stato il figlio”, anch'esso basato sul devastante potere del denaro che si innesta in una società in totale disfacimento, dove tutti sono “brutti, sporchi e cattivi”. Certamente Vassalli non può aver tratto ispirazione dal film, ma sì dal romanzo omonimo di Roberto Alajmo del 2006 da cui è stato tratto. 

“Comprare il sole” è sicuramente a mio avviso un libro da leggere e su cui riflettere. Credo che sia importante, con i tempi che corrono, riflettere su scenari che potrebbero anche non essere di pura fantasia e che ci possono far capire dove rischiamo di andare a finire. 

In questo senso il libro di Vassalli è letteratura alta e anche denuncia civile. Farei soltanto un appunto all'autore sulle eccessive frecciatine lanciate contro le femministe storiche (non cada anche lei, caro Vassalli, nello stereotipo: non tutte le femministe finiscono a fare le “gattare”) e contro i cosiddetti “intellettuali di sinistra”, ingenerosamente -credo- messi alla berlina. 

Un plauso invece per quanto compare scritto nell'ultimo rigo del secondo risvolto di copertina: “per volontà dell'autore questo romanzo non partecipa a premi letterari”. L'integrità morale di Vassalli uomo e scrittore non si smentisce.

“Comprare il sole”, Sebastiano Vassalli, Einaudi 2012.

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