17 agosto 2012

"Con il piombo sulle ali" di Eugenio Baronti



di Marisa Cecchetti

Pubblicato nel giugno  2011 il libro di Eugenio Baronti non poteva essere più azzeccato per i tempi che allora stavamo vivendo, presente ancora il governo Berlusconi, ma  continua a mantenere la sua forza anche perché non è cambiata la schiera dei politici attaccati alle loro poltrone, dove si sono trovati magari senza merito, e che difendono senza scrupoli. Del resto Baronti  riconosce che già nelle Giunte comunali “sta crescendo la categoria dei senza lavoro per i quali fare l’amministratore diventa un mestiere come un altro, non per un tempo determinato, ma possibilmente per tutta la vita”. Categoria che lui ritiene pericolosa, perchè sono individui facilmente ricattabili, se non altro perché  difendono la sopravvivenza economica personale.

Militante di Rifondazione, “dopo trent’anni di militanza politica attiva passata all’opposizione…inaspettatamente catapultato dall’altra parte della barriera…nominato assessore con deleghe e responsabilità amministrative assai pesanti tra cui l’ambiente”, in un Comune, quello di Capannori in lucchesia,  roccaforte della destra fino al 2004, poi nel 2007 assessore regionale della Toscana,  Baronti porta nel suo incarico  passione e  coerenza, vede i danni della cattiva politica,  indica strade nuove ed ha il coraggio di percorrerle, subisce le conseguenze delle sue aperture, quando queste contrastano con gli interessi del partito.

Davanti  ad un popolo che ha trovato in Berlusconi il suo modello culturale di riferimento, davanti a governanti che  “giocano con il fuoco con il tema della paura, trasformandola, irresponsabilmente, in strumento politico accumulatore, lui sente che il modo di far politica  deve cambiare, che bisogna riprendere i contatti con la gente, perché “la nostra imperdonabile colpa, come sinistra, è quella di aver abbandonato a se stesso questo pezzo grande della società. Non siamo stati capaci di offrire strumenti di difesa e quindi molti italiani sono stati completamente risucchiati dentro il vortice del grande consumificio, il market globale di sogni e desideri che li ha trasformati da cittadini a clienti”. Su questa linea si muove, cercando di guidare verso il recupero di un equilibrio perduto, verso politiche che contrastino la corsa all’accaparramento dei beni, che creano divari vergognosi tra ricchi e poveri, in nome di un rispetto per le risorse naturali, al fine di interrompere la prassi consolidata di vivere “a credito, attingendo egoisticamente alle riserve destinate alle future generazioni”. Fondamentale avvicinare di nuovo i cittadini alla cosa comune, sensibilizzarli e svegliarli chiedendo suggerimenti e ascoltando problemi. Allora sì alla raccolta differenziata, sì a progetto rifiuti zero, al ritorno dell’acqua pubblica nelle scuole – perché per produrre le bottiglie di plastica si consumano enormi quantità di greggio-, al recupero delle fontane. Sostiene un nuovo modello di sviluppo che punti al recupero ed alla riqualificazione urbanistica, evitando ulteriori sprechi del suolo. 

Come assessore regionale lamenta il mancato investimento in edilizia popolare, vede nel piano casa di Berlusconi “una regalia elettorale al popolo delle villette”; in giro per la Toscana vede alloggi finiti e non assegnati e divenuti fatiscenti, “mentre un migliaio di famiglie è in lista d’attesa”; vede decine di alloggi per giovani coppie rimasti abbandonati per 15 anni, vede cose che fanno tristezza e vergogna; ma denuncia anche l’uso improprio della casa popolare, perché “l’assegnazione è sempre e comunque  considerata l’anticamera della proprietà… e i sindacati insegnano come aggirare le leggi”. 

Voce talvolta scomoda quella di Eugenio Baronti, in una cultura del “tirare a campare” e del “ma chi te lo fa fare”, in mezzo ad un individualismo dilagante e alla perdita di senso della politica, per cui è difficile volare alti, le ali si appesantiscono di piombo, talvolta anche di quello della parte amica. Guai, infatti, a pensarla diversamente  da chi controlla il partito e decide. Non può derivarne altro che l’isolamento.

A livello economico per Baronti bisogna incominciare “non solo a pensare, ma a realizzare buone pratiche e azioni concrete che prefigurino già, qui ed oggi, la prospettiva futura verso la quale vogliamo andare, avviando processi di riconversione, riqualificazione, innovazione, per un’indispensabile opera di diversificazione produttiva capace di creare nuova imprenditorialità, occupazione e nuova ricchezza sociale

Eugenio Baronti, Con il piombo sulle ali, Daris Libri  2011

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