06 dicembre 2011

“Paura” di Stefan Zweig

di Gianni Quilici


Si rimane meravigliati leggendo “Paura” di Stefan Zweig dall'acutezza di analisi con cui lo scrittore delinea Irene, la protagonista, una bella viennese, figlia della migliore borghesia, moglie di un noto penalista, che, mentre scende le scale dopo essere uscita dall'appartamento del suo amante, un giovane pianista, viene fermata da una donna che, con voce sguaiata e beffarda, la ferma ostruendole il passo e trattandola come una donnaccia, a cui, sotto le spoglie “di una signora perbene ...come si suol dire!” non basta” avere un marito, tanti soldi e tutto il resto, deve anche soffiare il moroso a una povera ragazza...” Da questo incontro inizieranno i ricatti, che si faranno sempre più pesanti e stringenti...


Stefan Zweig narra la storia attraverso il succedersi di molti stati d'animo, anche antitetici tra loro: la vergogna e la colpa, la paura e l'ebrezza dell'avventura, il rimpianto e il desiderio di espiazione, eliminando molto spesso il dialogo e gli aspetti più descrittivi, riuscendo progressivamente a creare quasi un thriller psicologico, con una sorta di pathos quasi doloroso, anche per il lettore, perché sembra portare ad una inevitabile tragica conclusione.


Quando sembra che stia per succedere il dramma, ecco il colpo di teatro, che non si può rivelare al lettore e che a me pare il momento debole della storia, troppo costruito a tavolino, poco convincente psicologicamente per come si configurano i caratteri dei protagonisti e per come risulta la psicologia dell'epoca.


Lo scrittore, che si era inoltrato nei meandri tortuosi della vergogna, della paura e di un'angoscia non più sostenibile, invece di inserire dialetticamente l'altro decisivo personaggio, la figura enigmatica e complessa del marito e di risovere lui e lei eventualmente con una maturazione e catarsi, che cambi tutti, non solo Irene, sceglie in conclusione la strada più facile, più rettilinea: quella della macchinazione, di una trama ordita alle spalle di lei, una sorta di lezione poco credibile e un po' moralista.


Stefan Zweig. Paura. Piccola biblioteca Adelphi. Traduzione di Ada Vigliani. Euro 10,00


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