30 aprile 2011

"La morte in banca" di Giuseppe Pontiggia

di Gianni Quilici

Leggo "La morte in banca". Mi suscita simpatia. Perché privo di narcisismo, nonostante l'evidente autobiografismo.
Rappresenta bene - ossia in termini dialettici - il lavoro in banca, cioè, in questo caso, la morte in banca e raggiunge la più completa desolazione, senza alcuna accentuazione grottezza, né espressionistica.

Si respira forse un'aria più ottocentesca (Una vita di Italo Svevo) che tardo-novecentesca. L'assoluta mancanza del sesso ne è la spia più evidente.

Un romanzo, il primo di Giuseppe Pontiggia, da leggere in sè e forse anche come una "fase" dell'uomo e del romanziere Pontiggia.

Giuseppe Pontiggia. La morte in banca. Mondadori

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