21 febbraio 2011

“Un mondo che non esiste più” di Tiziano Terzani

di Gianni Quilici


E' un libro ricco di fascino ed è un bellissimo regalo che il figlio Folco ha fatto retrospettivamente al padre Tiziano Terzani.

Un mondo che non esiste più” ripercorre, in un modo sintetico e diverso, La fine è il mio inizio, perché a testi scelti da questo e da altri suoi libri intreccia le foto che Terzani ha realizzato nel corso della sua attività giornalistica e oltre.

La novità sono soprattutto le foto, di cui diverse molto significative.

Le cito pedantemente: pagina 23, 28, 44, 46-7, 55, 62, 66-7, 78-9, 94-5, 107, 109-10, 113, 119, 132-3, 135, 136, 138-9, 152-3, 154, 155, 156-7, 164-5, 171, 174-5, 186, 188-9, 194-5, 205, 216, 221, 222-3, 224-5, 240, 248-9, 256-7 (la più intrigante), 260,262-3,264-5, 269, 270-1, 276-7, 278, 279-80, 285, 287. Sono significative, perché, in diversi casi, sono testimonianze uniche. Lo sono anche fotograficamente, perché colgono attimi poetici in una struttura compositiva complessa e-o essenziale.

Potrebbero suggerire, viene da pensare, un ulteriore libro esclusivamente su Terzani fotografo, valorizzando soltanto o soprattutto l'immagine.

Tuttavia ciò che affascina in questo, come in altri suoi libri, è la qualità avventurosa della vita di Tiziano Terzani.

La vita di Terzani, come si desume anche da questo libro, è fatta di svolte. Le svolte di scelte coraggiose, in certi casi, quasi avventurose. In questo volume si inizia da un Terzani pieno di miti del '68 (dalla guerra popolare vietnamita a Mao e alla rivoluzione maoista) per trovarlo alla fine in simbiosi con il silenzio del creato nel 2004 sull' Himalaya, in estrema solitudine, con l'estremo necessario per vivere e comunicare.

E tuttavia in questo continuo interrogarsi Terzani ha rappresentato (e si è rappresentato) una vasta porzione del continente asiatico nel suo tumultuoso modificarsi: la vittoria vietnamita contro la smisurata potenza americana, la delusione del maoismo e la distruzione di una civiltà millenaria, i ritmi di lavoro e di vita devastanti in un Giappone iper-tecnologizzato, la dissoluzione dell'Unione Sovietica più orientale, le carneficine nelle Filippine e nella Cambogia del dopo Pol Pot, il viaggio in treno per l'Asia senza alcun obbligo giornalistico, il favoloso regno del Mustang, come miraggio tra le montagne, la straordinaria varietà di civiltà e di umanità dell'India ed infine il ritiro tra le grandi montagne dell'Himalaya.

Un mondo che non esiste più” è, quindi, un libro degli occhi, ma anche un libro che suscita desiderio di movimento. Un movimento attraverso lo spazio ed insieme uno esistenziale. Un libro che porta dentro di sé e nello stesso tempo fuori. Tiziano Terzani ha fatto di questi due movimenti corpi da ultimo separati.

La scommessa, in questo mondo che Terzani aveva percorso, analizzato, rappresentato, forse potrebbe essere quella di ricongiungerli. A quel livello di penetrazione storico-intellettuale ed anche umana. Perché al fondo del suo messaggio ci sono ascolto e amore verso ciò che è più umile e necessario, autentico e radicale.


Tiziano Terzani. Un mondo che non esiste più. Fotografie e testi scelti da Folco Terzani. Longanesi. Pag. 302. Euro 22,00.

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