11 giugno 2009

"La boa rossa" di Carmela Maggiorini


di Luciano Luciani

Appena ieri il Cardillo canterino, volumetto prezioso nella sua fattura tutta manuale, ma in grado di accogliere solo una piccola parte della larga produzione in versi di Carmela Maggiorini. Tirato in poche decine di copie era programmaticamente destinato a una diffusione amicale o poco più.

Oggi, invece, questa nuova, più ampia silloge, La boa rossa con cui l’Autrice affronta un duplice compito: da una parte rinsaldare i propri legami con il pubblico dei Lettori che ha dimostrato di apprezzare – e non poco – i suoi versi: dall’altra offrire ai suoi affezionati estimatori un saggio ancora più significativo della propria sensibilità e della propria ricerca tra emozioni e parole.

Più larga, quindi, in questa occasione, la scelta delle composizioni che il severo filtro artistico dell’Autrice ha ritenuto degne di pubblicazione. E tutte confermano, ancora una volta, l’impressione di trovarsi di fronte a un’esperienza poetica personalissima, tanto schietta nell’ispirazione quanto capace di rielaborazioni condotte all’insegna di un’estrema finezza stilistica. Un giudizio che vale per tutti i motivi ispiratori della poesia di Carmela: dai temi dell’interiorità autobiografica, modulati sempre con acuta immediatezza psicologica, a quelli descrittivi trattati con grazia lieve non esente da punte di ironia e di scherzo. La rappresentazione di fuggevoli, delicati stati d’animo colti in tutta la loro transitoria provvisorietà non rinuncia poi mai al dato realistico concreto, quasi materico che, qua e là, fa la sua apparizione spesso nelle forme della lingua nutrice, un corposo dialetto del Sud delle origini familiari, che impedisce alla nostra Autrice eventuali pericolosi sbandamenti nella direzione di una sempre in agguato e fin troppo diffusa ’Arcadia versicolare’.

Saldamente abbracciata alla boa rossa della sua poesia, Carmela evita tali rischi e, per ripetere quanto già scritto in occasione della sua prima raccolta, questa poetessa “sa abbinare parole semplici e antiche per costruire immagini nuove, fresche, originali; un sostantivo e un aggettivo di uso consueto fusi nel crogiuolo della sua acuta sensibilità si trasformano in una nuova lega poetica, luminosa e resistente; mai banali e risapute, poi, le sue immersioni nella profondità del sentimento; sempre intense e personali le sue vibrazioni.”

L’immagine emblematica scelta dall’Autrice per significare fin dal titolo il senso della sua avventura in versi è quella di una colorata boa marina: un oggetto capace di galleggiare, leggera, sui marosi più inquieti; in caso di necessità ti ci puoi appoggiare per riprendere fiato… Poi, ti offre anche il segnale del limite da rispettare o magari, perché no? da trasgredire. Una bella invenzione con cui Carmela esprime con la solita nettezza, con la consueta semplicità la parte fondante della propria originale poetica.

Carmela Maggiorini, La boa rossa, collana “cartacarbone, Daris Libri e stampe, Lucca giugno 2009, pp. 128, Euro 15,00.
Immagine di copertina di G. Salotti.