24 maggio 2009

"L'ombra del sospetto" di autori vari


di Luciano Luciani

Nuove uscite in libreria, nuove collane, nuovi autori: per il giallo, il noir, l’horror italiani è sempre tempo di grande fermento.

Si tratta, ormai, di una lunga stagione che non accenna a declinare e si mantiene talmente ricca da rischiare addirittura l’eccesso, la saturazione, l’inflazione. Sì, nel mondo dei libri, da circa un decennio, è in atto una piccola, originale rivoluzione: se, ancora a metà degli anni Novanta erano rarissimi gli editori - solo i più audaci, i più avventurosi - disposti a investire sugli scrittori italiani ‘di genere’ (qualsiasi cosa si nasconda dietro questa espressione!) e su trame di delitti e d’indagini in ‘salsa tricolore’, oggi, vivaddio, quel panorama editoriale è radicalmente cambiato.

All’esaurirsi del primo decennio del nuovo millennio, il pubblico dei lettori, agli ormai stereotipati prodotti d’oltreoceano, sembra preferire di gran lunga protagonisti, storie e scenari nostrani. Anzi, più sono tali più li privilegia: come dimostra il reiterato successo dei romanzi di Carlo Lucarelli, Massimo Carlotto e Andrea Camilleri, tanto per limitarci ai nome degli autori più spesso presenti ai vertici delle classifiche dei best seller.

Sempre più di frequente gli scrittori italiani si rivelano capaci di offrire a chi legge sensazioni decise, trame intelligenti, personaggi umani e credibili, uno stile agevole ma non sciatto: dunque, storie verosimili, ambientate su scenari riconoscibili e in grado di riflettere il male e l’orrore così ampiamente diffusi nel nostro presente, i fantasmi più cupi e inquietanti che ci circondano ogni giorno.

Nei suoi casi migliori il poliziesco italiano, poi, se bene utilizzato ha saputo rivelarsi anche acuto e potente strumento di analisi non solo della psicologia di singoli personaggi, ma di interi ambienti della nostra società attuale.
Dal thriller al mistery, dalla spy-story al gotico-rurale è ormai consolidata una ‘via italiana’ al romanzo poliziesco. E Roma e Milano, Bologna e la provincia toscana, la Sicilia e la Sardegna appaiono agli occhi dei lettori location assai più accettabili e plausibili delle megametropoli americane, delle nebbie di Londra o della campagna inglese, dei bistrot parigini.

In tale direzione si muovono anche le pagine a seguire. In esse una nutrita pattuglia di esperti scrittori – donne e uomini, giovani e meno giovani, più o meno noti, prevalentemente toscani ma non solo – dimostra di sapere bene rielaborare gli eterni temi del sospetto e dell’intrigo, la violenza e il delitto, l’offesa e la sua riparazione, risultato di solito dovuto all’agire di eroi talora malconci e sgualciti ma dall’affilatissima intelligenza.

Ci rassicurano gli Autori di L’ombra del sospetto del persistere di una felice fase della nostra narrativa. Poi, ci confermano un’idea che abbiamo sempre coltivato: ovvero, come molta della scrittura migliore abbia spesso una matrice periferica e marginale. Quindi che la formula del giallo o della detective story ai nostri tempi, così complicati e difficili, non sia che il modo più diretto e più efficace per raccontare anche altro, altre storie.
Per fare narrativa, insomma.

L’ombra del sospetto, racconti di Alberto Eva, Nicola Verde, Rossana Giorgi Consorti, Diana Lama, Erminio Serniotti, Daniele Nepi, Paola Alberti, Riccardo Cardellicchio, Lucia Bruni, Maurizio Antonetti, Giuseppe Previti, Oscar Montani
Marco Del Bucchia editore, 2009, pagine 260, euro 15